Dal 2015 i contribuenti che intendono avviare una nuova piccola impresa o attività professionale potranno accedere al nuovo regime dei minimi introdotto dalla Legge di stabilità 2015 direttamente al momento della richiesta di apertura della partita Iva.
Alle nuove partire Iva che intendono esercitare in forma individuale, con ricavi o compensi tra 15.000 e 40.000 euro (a seconda del tipo di attività economica), potranno avvantaggiarsi di un sistema di favore con minori adempimenti e minori imposte da pagare.

Legge di Stabilità 2015. Il Tfr entra in busta paga

I lavoratori che decidono di ricevere il Tfr in busta paga saranno tassati con l’aliquota ordinaria

L’approvazione in via definitiva del testo della Legge di Stabilità 2015, porta con sé un importante norma per i lavoratori del settore privato. Stiamo parlando, in particolare, della possibilità concessa all’art. 1 c. 26 di poter anticipare, su base volontaria, il proprio trattamento di fine rapporto (ora chiamato “PIR”, ossia parte integrativa di retribuzione) mensilmente in busta paga.

Legge di Stabilità 2015. Il Tfr entra in busta paga

I lavoratori che decidono di ricevere il Tfr in busta paga saranno tassati con l’aliquota ordinaria


Premessa – L’approvazione in via definitiva del testo della Legge di Stabilità 2015, porta con sé un importante norma per i lavoratori del settore privato. Stiamo parlando, in particolare, della possibilità concessa all’art. 1 c. 26 di poter anticipare, su base volontaria, il proprio trattamento di fine rapporto (ora chiamato “PIR”, ossia parte integrativa di retribuzione) mensilmente in busta paga.

In cosa consiste?– La nuova facoltà, introdotta in via sperimentale, vale per un triennio, ossia dal 1° marzo 2015 fino al 30 giugno 2018 (40 mesi in tutto). Mentre il Tfr maturando, cioè quello che va in busta paga, dipende dal momento in cui si fa la scelta. Inoltre, qualora il lavoratore opti per l’anticipo non può revocare la proprio scelta fino al 30 giugno 2018.

Chi puo' usufruirne? L’anticipo in busta paga è riservato non solo ai lavoratori del settore privato con anzianità di servizio di almeno 6 mesi presso lo stesso datore di lavoro, ma anche i lavoratori che hanno già deciso di destinare il Tfr ai fondi di previdenza integrativa. In questo caso, hanno la possibilità di revocare la precedente scelta per ricevere il Tfr in busta paga.

Tempi e modi - Altri punti importanti sono la decorrenza e il termine di scelta per far confluire la quota di TFR nelle buste paga. In particolare, il termine per poter esprimere tale volontà verrà fissato da un apposito decreto cui è rimessa l’attuazione della nuova misura (da emanarsi entro 30 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Stabilità). Quanto alle condizioni, serve un’anzianità di lavoro di almeno sei mesi presso lo stesso datore di lavoro. Pertanto, prima di sei mesi dall’instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro non sarà possibile chiedere il Tfr in busta paga e il decreto dovrà stabilire se l’eventuale scelta in tal senso avrà effetto retroattivo.

Il PIR inserito mensilmente in busta paga sarà tassato con l'aliquota ordinaria IRPEF progressiva e non a tassazione separata come succede per il TFR. Ciò, presumibilmente, porterà al pagamento di imposte più alte a carico del dipendente che opti per questa scelta.

 

Con voto del 3 dicembre 2014, il Senato ha approvato in via definitiva la Legge Delega n.1428-B in attuazione del c.d. Jobs Act, il programma del Governo Renzi che intende riformare strutturalmente il mercato del lavoro e le sue regole.

Per la piena operatività delle disposizioni in essa contenute, oltre alla necessaria pubblicazione in G.U., bisognerà attenderne l’attuazione mediante una serie di decreti legislativi da parte del Governo, il cui termine previsto è fissato, in via generale, in 6 mesi dall’entrata in vigore della Legge Delega.

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